Come cambiano le birre prodotte

Come cambiano gli stili prodotti dai microbirrifici italiani? Abbiamo provato a suddividere le birre listate in microbirrifici.org in due archi temporali, considerando approssimativamente due gruppi numericamente simili: le birre prodotte sino al 2012 (incluso) e quelle realizzate dal 2013. Vista la crescita esponenziale di produttori e beer firm, gli inserimenti sino al 2012 ammontavano a circa 2600 unità, mentre in poco più di tre anni altre 3900 birre sono state aggiunte al database. Il riepilogo delle birre inserite sino al 2012 è illustrato qui sotto



Si può verificare che le birre di "fantasia" (specialità ed erbe/spezie e frutta) sono sempre state prerogativa dei birrifici italiani (22%)  e che gli stili più gettonati richiamavano la tradizione centro continentale (pale, amber e dark lager, bock, weizen, koelsch & alt) con una quota del 28% e belga (16%). Le tipologie inglesi e USA si attestavano a circa un terzo del totale, ma suddivisi in molteplici stili: bitter & pale ales, APA, stout, BW & IS, english & scottish strong ale, porter.

Il dettaglio degli stili di birre prodotte dal 2013 evidenzia alcune notazioni interessanti.



Lo spirito sperimentatore e anarchico dei nostri birrai è addirittura cresciuto, portando le birre di "fantasia" al 25% del totale. Spicca il salto degli stili americani, grazie anche alla accresciuta disponibilità di luppoli d'oltreoceano (APA da 4 a 11%, IPA da 3 a 8%). Gli stili centro europei non sembrano essere più di moda, ma sicuramente helles, pils e bock sono produzioni ben più difficili e complicate da realizzare rispetto ad altre caratterizzate da tostature e luppolature accentuate. Spicca poi un incremento di produzioni da ultranicchia (birre acide, 1,5%).