Ovviamente alcune cose sono mutate, soprattutto nella
attrezzatura disponibile (ieri in legno e oggi in acciaio), nella
migliore termoregolazione di tini cottura/cantine e nella
maggiore attenzione alla sanitizzazione. Anche i tempi di
lavorazione sono rimasti praticamente i medesimi: la giornata di
lavoro di circa 8 ore per una cotta odierna non
differisce molto da quella di una cotta antica. Ed il
tempo necessario per realizzare 20 litri di birra in maniera
casalinga è molto simile a quello impiegato in una produzione
professionale di svariati ettolitri! Le fasi di preparazione del
mosto di birra possono essere riassunte in:
MACINAZIONE I grani di malto dorzo e di altri cereali
eventualmente utilizzati devono ovviamente essere macinati per
mettere a disposizione il loro contenuto amidaceo. Questa
operazione in apparenza banale riveste una notevole importanza ed
una non appropriata macinazione può essere causa di problemi di
vario tipo nelle fasi produttive successive o di aspetti
organolettici indesiderati nella birra finita.
AMMOSTAMENTO Nella fase di ammostamento il cereale macinato
viene miscelato con acqua calda per permettere lattivazione
degli enzimi contenuti nel malto. Questi necessitano di
condizioni di temperatura (e acidità) particolari.
Tradizionalmente esistono tre metodi di ammostamento: a)
ammostamento ad infusione: la miscela acqua/cereale viene
progressivamente portata a determinati livelli di temperatura
tramite riscaldamento diretto dellimpasto b) ammostamento
ad infusione inglese: in un recipiente/tino acqua
bollente viene aggiunta al cereale; calcolando il rapporto
acqua/malto, precise e successive aggiunte di acqua calda elevano la
temperatura dellimpasto ai livelli desiderati c) decozione:
parte dellimpasto viene separato e portato ad ebollizione,
e successivamente riunito alla miscela principale, consentendo
laumento di temperatura voluto. La scelta del metodo era un
tempo dettata dalle particolari caratteristiche dei malti
disponibili localmente. Oggi la qualità della materia prima è
tale da non dover necessariamente imporre al birraio un
particolare metodo, tuttavia è innegabile che infusione e
decozione donano alle birre caratteristiche differenti. Nel
malto esistono diversi enzimi, ognuno con differente azione, che
operano in maniera ottimale a temperature e acidità (pH)
diverse. Quelli più importanti sono della DIASTASI che degradano
gli amidi del cereale in zuccheri. Lammostamento è quindi
una fase importantissima nella realizzazione della birra e,
unitamente alla scelta delle tipologie e quantità dei diversi
malti e cereali, rappresenta il momento in cui il birraio impone
al prodotto finito le caratteristiche basilari desiderate: corpo,
beverinità, alcol, schiuma, etc.
FILTRAZIONE Verificata lazione degli enzimi della
diastasi, ossia dopo che gli amidi sono stati completamente
trasformati in zuccheri, è necessario filtrare limpasto.
Solitamente questa fase è realizzata con lausilio di un
doppio fondo che, sostenendo le trebbie, permette al mosto
zuccherino di essere filtrato sino a risultare privo di
impurità. Per una più efficace azione, il primo mosto (più
torbido) viene riportato nel tino filtro per sottostare ad una
ulteriore filtrazione. Estratto il primo mosto, rimane
imprigionata nelle trebbie una notevole quantità di zuccheri.
Per recuperarli e quindi aumentare lefficienza del sistema
di birrificazione, i birrai sono soliti risciacquare con acqua
calda due o tre volte le trebbie, recuperando nuovo mosto
attraverso ulteriori fasi di filtrazione. Questa fase,
concettualmente semplice, ricopre una certa importanza: è
fondamentale evitare che le scorze/glumelle passino nel mosto e
quindi alle fasi successive di bollitura causando un rilascio di
tannini ed altre sostanze amare nella birra finita provocando
indesiderati gusti astringenti.
BOLLITURA e LUPPOLAMENTO La bollitura del mosto, successiva
alla filtrazione, viene effettuata di norma per 60-90 minuti
(alcune birrerie arrivano però fino a 250!) ed assolve diverse
funzioni:
- denaturare gli enzimi ancora eventualmente presenti
-
sterilizzare il mosto
- concentrare il mosto mediante
evaporazione
- favorire (in taluni stili, come ad esempio le
doppelbock) la creazione di composti di maillard per
dare note di caramello e nocciola e, in funzione della presenza
del luppolo in bollitura:
- favorire la coagulazione e
precipitazione di proteine e polifenoli
- consentire la
trasformazione degli alfa acidi del luppolo in iso-alfa acidi,
responsabili della componente amara della birra.
Dal punto di
vista organolettico, Il luppolo svolge sia una funzione
amaricante, data dalla componente degli alfa acidi, che
aromatica, data da beta acidi e oli essenziali. Come accennato la
funzione amaricante può essere resa possibile solamente
attraverso la solubilizzazione degli alfa acidi del luppolo per
mezzo di una bollitura prolungata: per questo motivo le aggiunte
di luppolo amaricante vengono effettuate allinizio della
fase di bollitura. Gli oli essenziali, responsabili
dellapporto aromatico, subiscono invece una rapida
degradazione ed evaporazione in bollitura e il birraio tende ad
aggiungere il luppolo da aroma al termine di questa fase (dopo 15
minuti dal termine della bollitura), ma anche in fase di
trasferimento del mosto caldo (hop-back) o a freddo
in fermentazione (dry-hopping) o addirittura in
bottiglia o in spillatura.
RAFFREDDAMENTO ed OSSIGENAZIONE Al termine della bollitura il
mosto contiene diverse impurità dovute a residui di
luppolo e proteine coagulate; il procedimento più comune per la
loro eliminazione è il sistema whirlpool ossia un
metodo di movimentazione circolare del mosto che favorisce la
decantazione delle parti solide in una unica area centrale del
tino in cui il mosto viene temporaneamente posizionato. Il mosto
viene poi trasferito verso i fermentatori e raffreddato
attraverso uno scambiatore di calore sino alla temperatura adatta
al tipo di fermentazione scelta (alta 18-25° C oppure bassa
7-15° C). Il mosto dopo la bollitura è però povero di
ossigeno, indispensabile per una corretta fermentazione. Il
birraio provvede quindi a reintegrare la quantità di ossigeno
necessaria attraverso vari metodi, come linsufflamento nel
mosto di ossigeno puro o aria sterile oppure semplicemente con un
arieggiamento meccanico (ad esempio con la caduta del mosto nel
fermentatore da una certa altezza o il semplice rimestamento del
mosto nel fermentatore). Il mosto è ora pronto per
laggiunta del lievito e la fase di fermentazione.